Contemporaneamente, poesia d'autore
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Anime a Sud
Prefazione di Mario Mengheri
Olimpica Un’esperienza un po’ fuori dalle righe, a meta’ tra il sogno desiderato ed il vero capitato, descritta nel rispetto del vissuto, dei suoi attori e delle sue sensazioni; attenti a non pestar la dignita’ di chi di tali azioni nutre le sue spire, ne’ l’integrita’ morale di chi alla fedelta’ oggettiva dedica il riflesso della mente piu’ ortodossa. Il gusto della cronaca si mescola alle diverse sensazioni che momenti cosi’ forti e particolari scaturiscono copiose. Un passo dignitoso, pero’. Il carnale e la coscienza si fronteggiano nudi sulla scena, faccia a faccia, nudita’ contro nudita’. L’assoluzione nel conflitto e’ il giudizio per entrambi: l’amor trionfa, comunque, ed i passi di ciascuno, nudo contro tutti, sono la scintilla della fiamma quotidiana.
Notte tra il 28 e il 29 Novembre 2003 Un sogno, e il ricordo di un amico scomparso, la cui morte e’ stata appresa, ma non vissuta, malgrado il funerale e la partecipazione fisica ad un quadro comunque lontano; la passione, il pathos di un lutto mai appieno digeriti. Il valore della vita, la comprensione del limite; ed il rimpianto per gesti compiuti forse con troppa leggerezza, quella vitale degli anni giovanili, quando la fine che inevitabile ci aspetta, ancora e’ fuori dalla logica comune. Su tutto, il potere e l’ingombro dell’amore, da uomo padre a uomo figlio; da amico amico, da cuore a cuore.
Mediaevalica Una parabola, d’altri tempi, mai cosi’ attuale per chi nel disturbo dell’odierno riconosce i propri limiti o le proprie mancanze. A qualsiasi livello: intellettuale, sociale, spirituale, analitico. Il linguaggio usato e’ una provocazione: l’uomo e’ uomo, e il secolo, le armi o le ‘ndumenta di contorno, non mutano l’essenza del vivere interiore. Fortunatamente; in ogni caso. Il valore non e’ forza, ma esercizio del volere, volonta’ di raggiungere e raggiungersi.
Il mio nome e’ amore Il mondo, immenso, desiderato, irraggiungibile, e’ dentro di noi, sotto di noi, intorno a noi, nei luoghi e nei tempi che nel piccolo viviamo. Riconoscerlo e’ meta’ di ogni opera a progetto. Sia essa il riposar tranquilli, o la piu’ esaltante delle felicita’.
Storia di Mirella e di Fabiano La triste cronaca di un amore fuori dalla logica comune, ma amore a pieno titolo, annoverato fra i postulati del sentire piu’ sincero. Per alcuni, l’amore, la famiglia, i figli, hanno valenza ben piu’ grave, esasperata nel concetto e nella forma, fino a credere e sentire impossibile ogni forma di distacco. Anche il solo far la spesa. Certo, morbo s’addita e forse si deride, ma questo amore e le sue irrefrenabili rappresentazioni sono manifesta simbiosi naturale per le anime sensibili di esseri dispersi.
Il testamento L’emblema, l’araldo fermo e intransigente della strumentalizzazione cosciente e ponderata di chi, forte, impone senza dubbio. La ragione di chi sembra il piu’ forte; ma non e’ sopravvivenza naturale o istinto di genetico permanere. In natura, la storia ci ha descritto, la ratio del peggiore non tramanda. Due attori, comunque, se si vuole. Lui, immenso nel potere e nella comunicazione, ma infimo e svuotato al primo sguardo verso l’intimo suo proprio; lui, che feroce s’accanisce: rigetto? ripudio? vergogna? E gli altri, platea di gruppo, branco alla ricerca dell’effimero di facile conquista. Forse ancora meno puri. Non e’ nei grandi spazi che e’ difficile viaggiare, ma all’interno di quel che appare dentro agli occhi di chiunque. I contenuti di questa lirica sono stati elaborati dopo la lettura della biografia “Hitler. Una biografia”, dello storico Joachim C. Fest, del 1973.
L’Ungaro Un ricordo di tempi andati, pescato tra le lettere scritte e mai spedite. Il ricordo di momenti passati condividendo stanze diverse dello stesso appartamento, tutti inquilini mal paganti del vivere comune. Una prospettiva dell’amore, per anime che si rincorrono alla ricerca della propria essenza.
Ascoltami Il torpore settico e ingombrante di una sconfitta dimessa ma pesante, il termine atteso di una battaglia emotiva intima e feroce, ma combattuta con toni pacati, tenui, grigi, piovigginosi; quasi il timore dell’esito inibisse l’intenzione solutiva di ogni fervida ribellione. La paura, quindi, dietro il tono malinconico e sommesso, il terrore di un passo che gia’ si preannuncia ineluttabile. La peggiore delle sconfitte, voluta e ponderata come esito infelice di un travaglio a lungo consumato; il gesto insano di un’anima dispersa per orgoglio travisato, che alle sette e un quarto di una mattina di Febbraio ha cancellato in meno di mezz’ora un sogno, il credo professato, la ragione dell’esistere, ed un possibile futuro.
Alessio dei televisori Alessio forse ancora gira per le strade di Livorno, col suo carretto cigolante e due pezze cucite addosso fra gli strappi. Quell’Alessio, pero’, e’ un uomo di cultura, nato come figlio, poi marito e dopo padre, degenerato infine per un caso della vita che ineluttabile lo condanna alla sconfitta. Racconta sempre di formule segrete, e matematiche opinioni, celando il suo grigiore indotto, il piu’ profondo, nei sorrisi e nelle grida da barbone. Ha sofferto, soffre, per un male di famiglia che mai avrebbe meritato, qualunque fosse poi la sua natura, il carattere scontroso, o l’opinione soggettiva del suo aspetto.
I due binari Il quadro finale di contemporanea vivenza; sensi dirottati, convinti di poco o niente, semplice e importante. Il lavoro, la poltrona, il gioco del potere. E il corrispettivo, amaro in gusto perche’ non siede poi lo stesso velluto. Quattro parole in tutto, sempre uguali. Sempre piu’ anime sempre piu’ confinate. Sempre piu’ a sud.
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