Contemporaneamente, poesia d'autore

Io sono

 

A pochi interessera’ sapere quando in vero sono nato, dove, da chi, o anche solo sapere che son nato. Ma quel settembre del 1966, in fondo, ha preso vita almeno un ideale, il mio ideale di “acrobata del senso”, di costruttore di comuni impalcature d’emozioni. Quell’ideale oggi e’ ancora coltivato seppur non abbia aurore di successi o radicali intendimenti.

Ditemi voi adesso, o quando piu’ vi aggrada, che cosa di quel vento e’ poi riuscito e soffia fra le menti d’oggi giorno. Qualcuno, pochi amici – e non per l’amicizia che vi vanto – m’ha detto che ha colpito, che il viscoso fluido ingenuo delle tante mie parole ha scalfito il guscio ed ha infierito, scoperchiando come vento d’uragano l’intimo domestico nascosto di quegl’uni; e l’onda di marea che il tutto invade, adesso, scoperchiati, e’ puro color di mille arcobaleni, l’atteso reminiscere del proprio. Ma voi, e tutti gli altri, sanno? Mai sapranno?

Non posso pensar che c’e’ domani in cui neanche una parola abbia il suo effetto, o scenari d’insipido grigiore sospesi tra le righe del non senso. Non posso.

Perche' il parlar che ogni giorno mi regalo e' sudore, e dedizione, e cura; e' anima vitale e insieme esperimento, cavia innaturale o sol fatica.

 

Lascia dunque il tuo commento, illustre viaggiatore, dona le impressioni, o cio’ che credi piu’ opportuno. Dimmi che hai letto, dimmi che hai compreso, dimmi che hai capito. Scrivimi del tuo, o d'altro che soddisfi. Perche’ il vento mai non soffi nel deserto, e tu non sia il granello d’una sabbia tutta uguale.

Evita il silenzio o l’amena oscurita’.

 

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